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BACKUP

Con backup, nella sicurezza informatica, si indica un processo di disaster recovery ovvero, in particolare, la messa in sicurezza delle informazioni di un sistema informatico attraverso la creazione di ridondanza delle informazioni stesse (una o più copie di riserva dei dati), da utilizzare come recupero (ripristino) dei dati stessi in caso di eventi malevoli accidentali o intenzionali o semplice manutenzione del sistema. Un backup può anche risultare utile per proteggersi dai ransomware.

Descrizione

Il concetto di backup si applica a tutto ciò che è computer nel senso proprio del termine e quindi anche a, per esempio: navigatori satellitari, lettori audio o video, cellulari, smartphone e tablet, dispositivi elettronici vari contenenti software (ad esempio un banale cronotermostato casalingo). Per gli apparati il backup si applica pure alla configurazione (il file delle impostazioni e personalizzazioni): ad esempio un comune router o un firewall, ma anche il solito computer di bordo di un veicolo, o in ambito di rete, uno switch. Il processo di backup è un aspetto fondamentale della gestione di un computer: in caso di guasti, manomissioni, furti, smarrimenti, attacchi da parte di malware, vulnerabilità presenti nel sistema, ecc., ci si assicura che esista una copia di sicurezza delle informazioni, assicurando quindi una ridondanza logico/fisica dei dati.

Per copia di sicurezza (replica che assicura ridondanza) di informazioni s’intende comprendere (a seconda del piano): contenuti (file, cartelle, banche dati), proprietà hardware (configurazioni di apparati e dispositivi), applicazioni software (anche complesse come quelle relativi ai server), immagini di interi sistemi, istanze di servizi (ad esempio cloud). Maggiore è la complicazione dell’infrastruttura, maggiore è la vastità e articolazione del processo di backup, eseguito e ripetuto nel tempo.

Disponendo di un software dedicato o incluso nel proprio sistema operativo l’esecuzione del backup può essere manuale, ossia lanciata dall’utente quando necessita, oppure impostata in maniera automatica: in questo secondo caso è l’applicazione che con una periodicità stabilita (per esempio una volta al giorno o alla settimana) fa partire il processo. Un’altra possibilità di programmazione è “su evento” (classico caso è in corrispondenza di installazione di nuovo software o quando qualche parametro hardware va oltre una soglia di allarme). 

Inoltre si possono stabilire altre particolarità avanzate se rese disponibili dal software utilizzato: selezione delle cartelle/file o dei volumi, tipo di file esclusi, e molte altre. Le applicazioni utilizzano spesso il termine job (lett. “lavoro”) o analoghi per indicare la specifica esecuzione, in un dato momento nel tempo (cronologia), di backup (programmata ovvero automatica o manuale/su richiesta): in pratica, una determinata sessione di backup.

La maggior parte degli attuali sistemi operativi per personal computer integra un qualche programma di backup da configurare, ma solo i server appositamente equipaggiati contengono normalmente un servizio nativo automatico con relativa memoria dedicata. Il risultato di un backup eseguito tramite un software dedicato è sempre un file compresso, spesso con estensioni proprietarie ovvero non standard, eventualmente archiviato in cartelle variamente nominate e a volte accompagnato da altri piccoli file di configurazione.

Nelle aziende il tipo di backup e la relativa periodicità sono solitamente regolati da una procedura aziendale soggetta a verifica periodica e ad altre procedure che comportano un intervento manuale. Il responsabile della sicurezza è tenuto ad annotare i controlli periodici e gli interventi sui sistemi. I supporti su cui viene effettuato il backup normalmente devono essere di tipo e marca approvati nella procedura ed è necessario che siano periodicamente verificati e sostituiti. Devono inoltre essere conservati in accordo con le politiche di sicurezza aziendale, ma non solo, per questioni legate alla privacy.

I sistemi di backup utilizzati dalle organizzazioni (imprese, enti, associazioni, scuole ed università) per mettere in sicurezza le loro reti sono ovviamente specifici (applicazioni, supporti, tipo, modalità, frequenza) per non parlare di quelli, estremamente critici, implementati dai data center e dalle server farm che ricorrono a complesse e dedicate architetture di disaster recovery. In questi ambienti, oltre ad avere elevatissimi livelli di efficacia (= disponibilità e affidabilità), occorre che il sistema di backup ripristini le funzioni anche in maniera estremamente efficiente (= velocità).

Il cosiddetto piano di backup programmato consiste nella definizione di cosa salvare (dischi, database, cartelle, utenti, macchine, volumi, ecc.), frequenza, ora di avvio, supporto e percorso di archiviazione, tipo di backup (completo, differenziale, incrementale), modalità di compressione, tipo di log e messaggistica da esporre, tipo di verifica integrità, e molte altre opzioni a seconda della complessità del sistema.

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